Parole e Pedali
Altre imPrese
Nel ciclismo si pedala e... si racconta.
Riporto le frasi più o meno celebri, gli aforismi che ho scovato in rete riguardanti in nostro bellissimo sport. C'è un pò di tutto (L'elenco è in costante aggiornamento).
- E
pedalando, raccontava Olmo, io sentivo il fruscio: maglietta e tubolari di
seta, il fruscio di una vela sul mare. (Mario Fossati)
- E'
che quel maggio fu il piu' straordinario, il piu' affascinante, e anche il
primo e l'ultimo maggio d'infanzia. Perche' chiunque parta col Giro diventa,
per un mese, bambino. (Anna Maria Ortese)
- I corridori devono
avere un’anima misteriosa, come i cavalli di razza che sentono l’ora del gran
premio prima che arrivi dalle vibrazioni del vento. (Bruno Raschi)
- Il fuggitivo è chi va avanti e precede gli altri,
l'ultimo è chi non riesce nell'intento di conquistare la vittoria. Ma tutti
sono meritevoli di lode, sono degni d'applausi perchè al termine di ogni gara,
con il loro pedalare, hanno -dipinto nel cuore della gente un pezzo di cielo
sereno. (Vittorio Tampieri)
- La simpatia che ispira la bicicletta deriva anche dal fatto che nessuna
invasione è stata fatta in bicicletta (Didier Tronchet)
- E
pedalando, raccontava Olmo, io sentivo il fruscio: maglietta e tubolari di
seta, il fruscio di una vela sul mare. (Mario Fossati)
- E'
che quel maggio fu il piu' straordinario, il piu' affascinante, e anche il
primo e l'ultimo maggio d'infanzia. Perche' chiunque parta col Giro diventa,
per un mese, bambino. (Anna Maria Ortese)
- I
corridori devono avere un’anima misteriosa, come i cavalli di razza che sentono
l’ora del gran premio prima che arrivi dalle vibrazioni del vento. (Bruno Raschi)
- La simpatia che
ispira la bicicletta deriva anche dal fatto che nessuna invasione è stata fatta
in bicicletta
(Didier
Tronchet)
- Chi crede che io sia arrivato facilmente alle mie vittorie, non sa quanta sofferenza mi siano costate. (Eddy Merckx)
- Il corridore fora in allenamento solo quando non guarda dove cammina, oppure quando è “cotto”. E poiché la “cotta” è concepibile solo in corsa, chi fora in allenamento ci rimette la frutta! (Biagio Cavanna)
- La strada del Giro non è la Via della Seta. Il tifo vede solo la favola di questa cavalcata colorata. Conosce la costellazione scintillante delle vittorie. Ma c'è anche il calvario. Il ciclismo regala il premio duro del dolore. (Claudio Gregori)
- Volare come un uccello: ecco il sogno; correre sulla bicicletta: ecco oggi il piacere. Si torna giovani, si diventa poeti. (Alfredo Oriani)
- Voi non avete idea di cosa sia il Tour de France. E’ un calvario, anzi peggio, perché il cammino della Croce non ha che quattordici stazioni, mentre il nostro ne ha quindici. Soffriamo dalla partenza all’arrivo. (Henry Pelissier, 1924)
- Ero disoccupato e altra scelta non avevo: o andare in bicicletta, o passare le giornate in casa, o trascorrere ore su ore al caffé. Ma io, lo sapevo bene, non ero tipo da caffé. (Learco Guerra)
- Quello che non va bene per il ciclismo e soprattutto per i tifosi, è non vedere correre i grandi campioni per tutta la stagione; questo si che fa male al ciclismo. (Francesco Moser)
- Il Mont Ventoux è lì che spunta fuori dalla campagna, una montagna di pietre e polvere, un deserto a cono, in cima un faro, come se improvvisamente qualcuno avesse tolto il tappo e la Provenza fosse rimasta a secco. Con il faro arrampicato in cima, che invece di illuminare marinai e naufraghi, accoglie pellegrini e corridori (Marco Pastonesi)
- Il Giro era piovuto a valle, come un esercito di prodi, dopo di aver smarrito lungo la strada vittime illustri. (Bruno Raschi)
- Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza (Herbert George Wells)
- I campioni mi hanno inculcato una più giusta nozione di coraggio. (Antoine Blondin)
- Lasciate il cambio alle donne e ai vecchi. Voi siete i re, i giganti della strada. Dovete vincere gli ostacoli che vi stanno davanti con le vostre forze, senza ricorrere a sotterfugi indegni di voi. (Henry Desgrange)
- Pantani è uno scherzo della fantasia, un genio di strada evaso da una lampada di Aladino e atterrato in Romagna su un tappeto volante. La sua corsa non è mai conformista. Deflagra. È pura invenzione. Tonkov, invece, viene dalla Russia immensa, ha la calma invincibile di un cosacco di Tolstoj. In bici non sembra un uomo, ma una fortezza. (Claudio Gregori, Giro 1998)
- Camminare a me non va, in bicicletta vo' meglio. È un mezzo meno faticoso. Fino a poco tempo fa pedalavo spesso, ricavandone equilibrio, voglia di fare e volontà. (Margherita Hack)
- Gli Etruschi non conoscevano la bicicletta. Ma se l’avessero conosciuta ne avrebbero messa una nelle tombe. (Indro Montanelli)
- Nell’ombra della notte si ritorna soli. È l’ora che preferisco per viaggiare in bicicletta, al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza della quale l’occhio vede da lungi sicuramente. Dove si corre? (Alfredo Oriani)
- La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai (Charles Schulz)
- E adesso il Giro è finito. Si spengono le luci sulle strade d’Italia. Molti nomi saranno ricordati, altri cadranno nella dimenticanza. Ma i tifosi del girotondo li ricorderanno tutti insieme, così come passarono davanti ai loro occhi, una cosa sola, misteriosa e meravigliosa come una favola attesa per ore e ore ai margini di una strada. (Marcello Venturi)
- Eccolo l’Aubisque come ci si presenta sotto la pioggia, assomiglia ad un Hoggar favoloso. E’ il deserto di Libia descritto da Saint Exupery. (Antoine Blondin)
- Ci sono artisti da circo che ingoiano mattoni e altri che mandano giù rane vive. Ho visto fachiri scolarsi del piombo fuso. Tutte persone normali. I veri pazzoidi sono alcuni esaltati, partiti il 22 giugno da Parigi, per abbuffarsi di polvere. Li conosco bene, ne faccio parte anche io. (Albert Londres, Tour de France 1924)
- Napoletani e torinesi, lombardi e laziali, veneti ed emiliani, gli italiani tutti, tante regioni per un’unica civiltà e per un unico cuore, attendono nel Giro lo specchio nel quale riconoscersi e sorridersi. (La Gazzetta dello Sport, Giro 1946, il primo dopo la guerra)
- Come la vocazione sacerdotale anche il richiamo del pedale non deve essere un mestiere, bensì una missione. Ci si dedica allo sport perché si deve rispondere ad una sfida verso sé stessi, prima che con gli altri. Si devono godere le sensazioni che procura correre, affrontare una salita, una tappa, un avversario difficile. E non si deve pensare subito al guadagno. Il ciclismo può diventare una professione e quindi una fonte di reddito, ma non all’inizio. Sbaglia chi parte con questa idea fin da giovane. Sbaglia perché in questo modo non riuscirà mai a conoscere la bellezza dell’agonismo fine a sé stesso. (Alfredo Martini)
- Quando parte il Giro d'Italia dentro di me succede sempre qualcosa di particolare (Eddy Merckx)
- La gioia per un successo in bicicletta, vincendo le avversita' piu' grandi, e' impagabile. Alla sfida agli avversari si assomma la lotta contro i climi piu' disparati, dalla neve sui monti al sole cocente, da fronteggiare per lunghe ore: e' un esercizio di fatica senza pari che richiede un'enorme dedizione al sacrificio. Senza contare il dolore per una crisi improvvisa, che vede svanire le energie nel momento decisivo di una competizione, oppure una caduta rovinosa che compromette obiettivi inseguiti per un'intera carriera. Affrontare tuttora da parte dei corridori questa dimensione durissima e' la conferma che il ciclismo racchiude per sempre un'essenza vitale che ne garantisce buone prospettive. (Fabrizio Delmati)
- Il Giro è come il mare per i naviganti: buono, cattivo e maledetto al tempo stesso. (Alfonso Gatto)
- Muro di donne, di ragazzi, di uomini, contadini e borghesi, artigiani e signori, marinai, preti, maestri e maestre di scuola con la scolaresca al completo. Vedemmo un domenicano abbagliante. E tutti, al passaggio del Giro, come mossi da un vento, si piegavano avanti, e in quell'attimo si udivano risa di gioia e grida e voci che chiamavano con amore, e incitavano, e subito dopo piu' niente: come un film vive solo in quell'attimo che attraversa lo schermo, quel muro diventava umano solo nel tempo ch'era illuminato dal Giro. Poi ritornava muro, vento, memoria. (Anna Maria Ortese)
- Il ciclismo è lo sport più popolare perché non si paga il biglietto. (Pier Paolo Pasolini)
- Girardengo non lo si vedeva mai arrivare. Appariva di colpo. Come per un incanto era lì. (Mario Soldati)
- La penna non arriva a tradurre i nostri sentimenti. Siamo stupefatti di fronte ai risultati che può dare la macchina umana quando è ben diretta, ben allenata e ben preparata. Questa, la decima tappa, è dura e la si è ritenuta impossibile. Non lo era e dovrà essere mantenuta nei prossimi Tour de France. (Alphonse Steines, dopo la prima tappa pirenaica del Tour 1910)
- Da bambina pensavo che l'unico posto dove volevo andare si chiamava Lontano. Da grande ho scopertoche in bici nessun posto è Lontano. (Paola Giannotti)
- La prima edizione del Giro d’Italia, nel 1909, fu vinta da Luigi ganna. “Re del fango” era il soprannome che gli avevano affibbiato i tifosi per la sua capacità di affrontare il maltempo e le intemperie. Rimane negli annali la sua dichiarazione rilasciata ad un giornalista che gli aveva chiesto quale fosse la sua impressione più viva dopo la grande vittoria: “L’impressione più viva l’è che me brüsa tant ‘l cü!”. Come vincitore di quel Giro, Ganna si portò a casa 5.250 lire(all’ultimo classificato andarono invece 300 lire)
- di Marco Pastonesi - Robert Kiserlovski che pedala all’indietro: "Cominciato a 12 anni, primo anno di allievo. Quello croato è un buon ciclismo, con tanti talenti, ma a un certo punto bisogna andare via. Io sono andato via di casa a 18 anni".... [ leggi tutto ]
- La fatica in montagna per me è poesia. (Marco Pantani)
- Con tutto quello che mi è capitato in questi anni ho imparato a convivere con la sofferenza. Sono temprato. Credo che questa vittoria e la maglia gialla siano una ricompensa per tutto quello che ho sofferto. Ho passato momenti terribili. Sono cambiato dentro. Spesso mi chiedo chi sarebbe stato Pantani senza quell'incidente. La forza sta nell'umiltà di chi non vuole lasciarsi andare all'euforia di un successo perchè sa quanto sia effimero. Sta nel coraggio di riprendere la bici anche per 8 o 9 ore al giorno. Da solo, per fare tutta la fatica possibile. (Marco Pantani, Tour de France '98)
- Un ciclista ama allenarsi in gruppo: sentirsi parte di un’unica entità aumenta il livello di sfida, la percezione del dolore è suddivisa tra tutti. Ma è quando si corre da soli che si percepisce ogni parte del corpo, il respiro affannoso, le gambe che spingono sui pedali. Impari a entrare in sintonia con gli elementi: il vento, amico quando è a favore e ti fa sentire un campione, nemico quando è contrario e ti rende vittima. La pioggia, che gocciola dal casco e ti batte il ritmo sulle cosce, la scia delle ruote che taglia le pozzanghere. La bici ti insegna a gestire le emozioni, la tentazione di fermarsi, di arrendersi, ad affrontare la lotta con se stessi. Sulla strada sei tu e la tua bici, puoi far conto solo sulla tua tenacia per sopportare il dolore e le salite. E per gustarti il piacere della fatica, sembra un controsenso ma è così, perché come nella vita, dalla fatica di un traguardo irraggiungibile, di una tappa interminabile nasce la soddisfazione. Quando sono partita per fare il giro del mondo in bicicletta, tra i tanti che mi chiedevano: «Ma come farai a fare tutti quei chilometri?», c’ero anch’io. 144 giorni, dalle 12 alle 14 ore quotidiane, al freddo e al caldo, per un totale di quasi 30.000 chilometri. Non sapevo nemmeno io come avrei fatto. Sapevo che volevo inseguire il mio sogno e che il corpo segue la mente. Una cosa che ho imparato dalla bici è che i limiti sono solo mentali. Non sono Wonder Woman e ho avuto anche fortuna, ma ormai ho coniato il mio motto: quando non sai cosa fare, pedala. Funziona, anche per fare il giro del mondo. (Paola Giannotti – dal libro “Sognando l’Infinito” – PIEMME)
- Il ciclismo è l'ultimo grande sport proletario del mondo e il doping ce lo rovina. (Romano Prodi)
- Nello sport, se lo si fa con determinazione e tutta la forza che si possiede, si può vincere anche senza arrivare primi. Tempo fa qualcuno mi chiese quale sarebbe stata l'eredità che mi sarebbe piaciuto lasciare ai giovani: la mia risposta ? ... L'onestà! (Alfredo Martini)
- In bicicletta si torna giovani e si diventa poeti (Renato Serra)
- Pantani è un mio rimpianto. Non ho potuto fare nulla per aiutarlo. Emotivamente ci aveva coinvolti tutti. Ho provato a stargli vicino, ma non c'era intesa, e lui faceva solo di testa sua. Ma a 34 anni non si può morire così, prima ancora di cominciare a vivere da uomo. (Felice Gimondi)
- Il Giro è una meravigliosa corsa umana. Il suo traguardo è la felicità. (Alfonso Gatto)
- di Marco Pastonesi - Raccontarlo, il ciclismo. Come fa Sergio Zavoli. "Da ragazzi andavamo a veder passare il Giro. Una lunga attesa, un attimo di balenio metallico, poi il vuoto. Ci sentivamo defraudati, volevamo essere risarciti. Così, anni più tardi, quando Vittorio Veltroni, dirigente della Rai, mi chiese che cosa mi sarebbe piaciuto fare, non ebbi dubbi: ’Il Giro d’Italia’. Provammo alla radio, ci riuscimmo in tv. Nel 1962. Avevo una gran voglia di sapere con chi avevo a che fare, così cominciai a occuparmi dei gregari, brutta parola che loro nobilitavano con dedizione. [ leggi tutto ]
- Forato? Noi non si fora mai. (Gino Bartali)
- Coppi scavalca montagne su montagne niente altro che col battito del cuore. (Dino Buzzati)
- Gino si rivelò un personaggio meraviglioso, Se è vero che Coppi era il mito, Bartali era l'uomo della campagna toscana, che dal suo carattere riusciva a tirare fuori le cose migliori. (Adriano De Zan)
- Gerbi approfitta di ogni situazione. Nella XX Settembre si isola in testa mandando i compagni del gruppo contro un mucchio di letame gridando nel cuore della notte “Curva a destra! Curva a destra” mentre la strada va a sinistra. Ha un complice che travestito di volta in volta da carabiniere, da guardia municipale, da milite della Croce Rossa, devia gli inseguitori sulla strada sbagliata. (Claudio Gregori)
- Siamo in bilico nell’indecisione di un gioco colla tranquilla sicurezza di vincere. Siamo soli senza nemmeno il contatto colla terra, che le nostre ruote sfiorano appena, quasi in balia del vento, contro il quale lottiamo come un uccello. Non è il viaggio o la sua economia nel compierlo che ci soddisfa, ma la facoltà appunto di interromperlo e di mutarlo, quella poesia istintiva di una improvvisazione spensierata, mentre una forza orgogliosa ci gonfia il cuore di sentirci così liberi. (Alfredo Oriani)
- Nel '99 Marco volava, andava come una scheggia. Il Giro d'Italia era già vinto, poi ci fu il fattaccio di Madonna di Campiglio. Sono convinto che sia stata una carognata: in quel momento sembrava che tutti fossero contenti della sua caduta, come se quel mondo godesse dell'umiliazione del suo campione più rappresentativo. Quel ciclismo, il ciclismo alla Pantani che io e Luciano Pezzi sognavamo di fare è morto in quell'albergo sulle Alpi. Oggi non seguo più le corse. Nessuno può più farmi provare le sensazioni che Marco è riuscito a scatenare in me. (Romano Cenni, patron Mercatone Uno)
- La scoperta del mondo parte per me dalla bicicletta (Maurice de Vlamickx)
- Conobbi Bottecchia alla punzonatura della XX Settembre del 1922. Era da poco passato professionista. S’aggirava immusonito e taciturno, una specie di cornacchione spelacchiato, un povero diavolo che pareva il ritratto della miseria e della fame, tanto malandati erano i suoi vestiti, rugosa la fronte, scarnito il volto in cui fra gli occhi infossati partiva a sprone il naso affilato che dominava la bocca asciutta, prominente e chiusa tra le parentesi di due enormi rughe. (Giuseppe Ambrosini)
- Mi hanno dato da bere un giorno perfino la benzina, pensando che prendessi foco. (Gino Bartali)
- A vedere quei superstiti impietriti da un impasto di gelo e fatica sembrava che ad un certo punto potesse sbucare, dalla famosa foto, Alfredo Binda che morde e strappa il suo tubolare coperto di fango. Il terribile Gavia ci trasmetteva immagini che, nella memoria popolare, erano di cinquant’anni fa, appartenevano al cosiddetto ciclismo eroico. Ogni arrivo, a prescindere dai distacchi, era la conclusione drammatica e liberatoria di un’autentica impresa. (Candido Cannavò, il Gavia al Giro 1988)
- Sei corse di preparazione al Mondiale dilettanti di Renaix nel 1963. Nell'ultima andai in fuga a 90 km dall'arrivo. Eravamo in otto, poi rimanemmo in due: io e un belga. Su uno strappo lo mollai e vinsi. Poi venni a sapere che quel belga si chiamava Eddy Merckx: aveva 18 anni, tre meno di me. (Felice Gimondi)
- Sarebbe bello se la bicicletta potesse diventare lo strumento silenzioso ed efficace di una riconquista delle relazioni e dello scambio di parole e sorrisi! (Marc Augè)
- Nello sport non ci sono stranieri (Gianni Brera)
- L'uomo in bicicletta può andare tre o quattro volte più svelto del pedone, consumando però un quinto dell'energia: per portare un grammo del proprio peso per un chilometro di strada piana brucia soltanto 0,15 calorie. La bicicletta è il perfetto traduttore per accordare l'energia metabolica dell'uomo all'impedenza della locomozione. Munito di questo strumento, l'uomo supera in efficienza non solo qualunque macchina, ma anche tutti gli altri animali. (Ivan Illich)
- È come un ritorno. Sempre. Anche la prima volta. Andare al Giro, seguirlo aggrappati alle sue strade, alle fughe, alle volate, alle sue meraviglie, è sempre un ritornare. Quando si è dentro, in questo paese che viaggia e sale e scende e scatta e traversa l' Italia trasformandola in una sua proiezione, una sua provincia, si torna magicamente indietro. Si ritorna a un' epoca che si vorrebbe perduta, inattuale, fuori moda, fuori dal tempo, fuori dalla modernità, e invece resiste, esiste felice, c' è da sempre e sempre ci sarà: a misura d' uomo e di pedale, fatica e passione, sogni e bisogni, bisogno di sogno. (Gianluca Favetto)
- Cadrò, cadrò sempre fino all’ultimo giorno della mia vita, ma sognando di volare. (Alfonso Gatto, dopo che Coppi aveva provato a metterlo in bici)
- I ciclisti sono un po' come gli alpini: quando si lotta insieme rimane un legame fortissimo per tutta la vita. Poi basta un fischio e ci si ritrova tutti (Fiorenzo Magni)
- Il ciclismo mi mancherà, ma anche io mancherò al ciclismo (Marco Pantani)
-Dovete sapere che il ciclismo è uno sport per perdenti! Ad ogni gara si parte in 200….ed è UNO SOLO a vincere! Per cui, in percentuale, la possibilità di vincere è bassissima! Eppure….ogni giorno il ciclista sale sulla bici e vuole vincere! Cerca di vincere! Ogni giorno è facilissimo perdere, ma si va alla partenza con la stessa voglia e convinzione di vincere di ogni gara! Ci sono pochissimi sport in cui la percentuale di vittoria è così bassa: nel calcio c’è un 30% di possibilità; un solo avversario con anche la possibilità di pareggiare…nella pallavolo un 50% di possibilità! Una bella differenza con la piccolissima percentuale che ha un ciclista su 200. E poi….si cade a forti velocità, ci si rompono le ossa, siamo pieni di cicatrici, si è perfino imparato a fare amicizia con un asfalto che non perdona mai! Ma ogni giorno tiriamo fuori la bici, saliamo in sella e affrontiamo un'altra salita! (Andrea Tonti)
- Che la bicicletta non stia in piedi da sola e che abbia bisogno di qualcosa o di qualcuno che la sorregga: questo fa di essa una macchina commovente (Mauro Parrini)
- Il suo esempio rimane per tutti un punto di riferimento di come si possa praticare lo sport con una grande carica umana e spirituale, facendone una luminosa espressione dei più alti valori della esistenza e della convivenza sociale. (Papa Giovanni Paolo II di Gino Bartali durante la benedizione al Giro del 2000)
- Quattro giorni e poi la carovana lascerà le strade d’Italia, la festa sarà finita, nei caffè e nelle osterie si tornerà a parlare di altre cose che non siano soltanto il Giro. Anche i corridori contano i giorni; poi ciascuno tornerà alle proprie case, ciascuno con le proprie illusioni bruciate dentro il cuore e il piccolo germe della speranza, che non muore mai, per il Giro dell’anno prossimo. (Marcello Venturi)
- Merckx appartiene al primato universale dello sforzo umano. (Antoine Blondin)
- Il ciclismo è uno splendido mestiere, fra l’altro assai facile. Ho fatto il boscaiolo nel Friuli e lavorare giorno e notte, con dieci gradi sottozero, è molto più difficile che scalare il Tourmalet e il Galibier insieme. (Ottavio Bottecchia)
- Il Giro è la corsa più dura del mondo. Il Tour è differente, è difficile, ma in Italia le montagne sono diaboliche. Malgrado questo, adoro questa corsa e questo paese. (Mark Cavendish)
- Da giorni e giorni il Giro ormai mi appartiene, è un po’ anche mio, lo difendo. Oggi la nostra effimera famiglia andrà dispersa, ci lasceremo in fretta, ma noi che per l’Italia ci incontravamo per salutarci con grandi gesti tutte le volte che ci incontravamo, così come fanno le navi sul mare, perderemo la nostra aria ciondolona di mozzi che non sanno dove passare la giornata di libera uscita, dimenticheremo negli armadi le divise azzurre e bianche, i berrettini rossi, le insegne, le coccarde. Mai forse nella vita avremo tanti uomini, tante donne, tanti bambini a fare ala al nostro passaggio, noi che non siamo capi di stato o di governo, generali o cardinali, noi che non siamo rispettati o temuti ma invidiati per la nostra stessa felicità di correre dietro ad un sogno. (Alfonso Gatto)
- E' sul Carpegna che ho preparato tante mie vittorie. Non ho bisogno, prima di un Giro o di un Tour, di provare a una a una tutte le grandi salite. Una sola volta, se ricordo bene, sono andato a dare un'occhiata in anticipo al Mortirolo e al Montecampione. Ma in macchina. E non mi e' servito neanche molto. Il Carpegna mi basta. (Marco Pantani)
- Scoprirò l’Italia ragazzi! Scoprirò la nostra patria distesa nel suo bel corpo di prati e d’aria, mari, monti, terra e cielo. (Vasco Pratolini)
- C'era un accordo proibito tra Moser e i belgi per venirmi a riprendere. Io su precise disposizioni di Martini lasciavo che Hinault e Knetemann si affaticassero nel condurre. In volata, fresco, li avrei battuti entrambi. Ma i belgi, che non avevano un vero leader in squadra vennero a riprendermi. Scoprii in fretta perchè l'avevano fatto. (Beppe Saronni, Mondiali 1978)
- Me brusa tanto l’cu! (Luigi Ganna, all’arrivo del primo Giro d’Italia)
- Goddet ci rivelo' tutto il suo amore per l'Italia, ci confesso' di invidiare Vincenzo Torriani che aveva a disposizione una Penisola "disegnata apposta per crearci sopra il Giro, mentre la Francia e' troppo grande e ha cosi' tanta pianura da finire per penalizzare la crazione di ogni nuovo Tour" (Angelo Zomegnan)
- Se finirò al cimitero vi condurrò qualcuno alla mia ruota. (Jacques Anquetil)
- Se finirò al cimitero vi condurrò qualcuno alla mia ruota. (Jacques Anquetil)
- Andare a vedere il ciclismo è una cosa che se ci pensi non ci credi. Stai sul bordo di una strada, aspetti, aspetti, poi ad un certo punto arrivano, come una ventata colorata, i ciclisti, e ti strisciano negli occhi. Se non sei sullo Stelvio è una faccenda di trenta secondi. Hai il tempo di dire arrivano e già li vedi di schiena. Vabbè che è gratis ma ammettere che è uno spettacolo paradossale. Eppure strade piene, quando passano quelli paesi interi usciti di casa a vedere e plaid sull’erba, thermos, radioline, giacche a vento e la rosea aperta alla pagina giusta per leggere i numeri dei ciclisti e sapere chi erano. Una festa. (Alessandro Baricco)
- Binda dava carezze alla pianura e prendeva a morsi i monti (Bruno Roghi)
- Io non corro per sport, nè per gli evviva di folle paesane, nè per i fiori di belle ragazze e tanto meno per la gloria. Io corro per guadagnar del denaro, possibilmente molto denaro e non ci saranno fatiche bastanti a togliermi dalla testa questo chiodo: i schei. Corro per la mia famiglia e non temo sofferenze. Ne ho sopportate ben altre e certo con minor profitto. Corro per la mia famiglia: è povera e farò tutto il possibile perchè non viva in miseria (Ottavio Bottecchia)
- Confesso che è mia la colpa di aver fatto alzare i nostri uomini alle 3 del mattino e di aver fornito ai nostri corridori, che amo molto, l'occasione di gelarsi sul Galibier con 4 gradi sottozero. (Henry Desgrange, patron del Tour de France)
- Le salite hanno strade strette e conducono là dove la vita è beata e un po’ incredula. (Gianluca Favetto)
- Bartali appartiene alla terra come le rocce. Solido. Sanguigno. Ha un naso da pugile. Coppi ha un becco da uccello. Appartiene all’aria. Lo hanno dipinto come rondine, come airone e alla fine come l’albatro di Baudelaire. Per noi è la sterna artica, che nidifica sulla sabbia ma vola da Polo a Polo. (Claudio Gregori)
- Una volta Gianni Brera, parlando di uno sportivo, un ciclista, notava che era nato e vissuto in provincia: solo in provincia, scriveva, si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso. Non è così anche per lo studio? (Marco Belpoliti)
- Il ciclismo, per lungo tempo, è stato un dolce racconto mediatico che ha fatto leva sulla fantasia del narratore e di chi ne ha fruito. (Adriano De Zan)
- Boxe e ciclismo, sport di poveri per poveri. (Mario Fossati)
- Praticare la cyclette, è come fare surf in una Jacuzzi (Didier Tronchet)
- La bici è più di uno sport, è un bene sociale. (Pierre Giffard)
- La bici è più di uno sport, è un bene sociale. (Pierre Giffard)
Sono qui per chiederle una cortesia. Vorrei riprendere a correre ma non ho una bicicletta. (Fausto Coppi al giornalista Gino Palumbo)
- Il vero ciclista esiste pienamente solo quando gli è restituita la metà persa del suo essere iniziale, è un tutt’uno con lei. Il legame che unisce il ciclista alla sua bicicletta è, letteralmente, legame d’amore e di riconoscenza, che il tempo non consuma, ma rinforza, se poi la vita li separa, in forma di ricordo o nostalgia. (Marc Augè)
- Come nella boxe, anche nel ciclismo il sangue, a volte, lo si vede subito (A.Cougnet)
- Il miracolo del ciclismo fa tornare la città terra d’avventura o, perlomeno, di viaggio. (Marc Augè)
- Il miracolo del ciclismo fa tornare la città terra d’avventura o, perlomeno, di viaggio. (Marc Augè)
- La struttura morfologica di Coppi, se permettete, sembra un invenzione della natura per completare il modestissimo estro meccanico della bicicletta. (Gianni Brera)
- Per un corridore ciclista sufficientemente alimentato non esiste un superallenamento.(Biagio Cavanna)
- Nell’ombra della notte si ritorna soli. È l’ora che preferisco per viaggiare in bicicletta, al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza della quale l’occhio vede da lungi sicuramente. Dove si corre? (Alfredo Oriani)
- Inutile avere una bici leggerissima se ti porti nell’anima un corpo che pesa come un macigno (Marco Pantani)
- Fausto era ancora nella camera ardente. Arrivò Bartali. Prese la mano di Fausto e disse: “È incredibile, è incredibile”. Pianse e pregò alla sua maniera. Il grande duello era finito per sempre. (Candido Cannavò)
- Quando viene maggio, qualcosa di ineluttabile, per la puntualità e l’urgenza mi riporta sulla via Emilia, dopo il ponte di Tiberio in attesa del Giro d’Italia. (Sergio Zavoli)
- La bicicletta non è un viluppo di metallo, un insieme inerte di leve e ruote. E’ arpa birmana. Sinfonia. Un dono della vita. Trasforma in musica storie di uomini. Anche tragedie (Claudio Gregori)
- C'era chi scriveva di un corridore 'Sotto quelle mutandine batte un cuore d'atleta'. (Enzo Biagi)
- C'era chi scriveva di un corridore 'Sotto quelle mutandine batte un cuore d'atleta'. (Enzo Biagi)
- Le corse finiscono sulla riga bianca. (Roger)
- Il piacere di andare in bicicletta è uno di quei piaceri di una volta che hanno il diritto di ritornare perchè insostituibili. Dalla sella della bicicletta vediamo il mondo in modo un po’ diverso, lo cogliamo in un certo senso dall’alto. Muovendoci ad una velocità che ci consente di leggerlo bene, lo gustiamo nei suoi particolari e possiamo soffermarci su dettagli interessanti e suggestivi. (Dino Villani)
- Non ha senso che debba restare a casa mentre a Contador è permesso di correre, anche se sono contento che sia presente. (Marzio Bruseghin)
- Chi è Pantani? Uno che ha sofferto tanto. E che in bici si è divertito e, soprattutto, ha divertito. (Marco Pantani)
- Chi è Pantani? Uno che ha sofferto tanto. E che in bici si è divertito e, soprattutto, ha divertito. (Marco Pantani)
- Pronte sono le biciclette lustrate come nobili cavalli alla vigilia del torneo. Il cartellino rosa del numero è fissato al telaio coi sigilli. Il lubrificante le ha abbeverate al punto giusto. I sottili pneumatici lisci e tesi come giovani serpenti. (Dino Buzzati)
- Cavendish non penso sia salito in macchina sull’Etna, e se ha avuto degli aiuti non mi interessa. Alla mattina mi guardo in faccia e sono sereno. (Alessandro Petacchi)
- Visto di spalle, già lontano, sembrava un bambino che pedala per la prima volta.(Anna Maria Ortese di Fausto Coppi)
- Tutti somigliavano ad altrettanti Cristi crocifissi. (Dino Buzzati sui ciclisti del Giro)
- Tom Simpson era un ciclista che morì sul Monte Ventoux, probabilmente a causa di una combinazione di anfetamine, alcol e caldo eccessivo. Le sue ultime parole sono spesso erroneamente citate come "Rimettimi sulla mia bici"; il trainer di Simpson disse ai giornalisti che egli voleva essere "rimesso sulla bici", e vennero riportate in quanto tali.
- "Fatevi la moto". (da un cartello al Giro d'Italia)
- Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale con encomiabile spirito cristiano e preclara virtù civica, collaborò con una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ai perseguitati politici e a quanti sfuggirono ai rastrellamenti nazifascisti in Toscana, riuscendo a salvare circa 800 cittadini ebrei. Motivazione della Medaglia d’oro al merito civile alla memoria conferita a Gino Bartali il 25 aprile 2006
- La bicicletta è un veicolo curioso: il suo passeggero è il suo motore. (John Howard)
- La bicicletta è un veicolo curioso: il suo passeggero è il suo motore. (John Howard)
- Giornalista: 'Che cosa prova a gareggiare in una corsa che suo padre vinse trent'anni fa?' Axel Merckx: 'Guardi che mio padre vinse tutte le corse trent'anni fa'. (Axel Merckx)
- Tu giovane, che stai salendo la breve strada del successo, ricorda sempre una cosa sola: se lo sport non è scuola di umanità non vale nulla, e la prima lezione di questa grande scuola è quella dell’amicizia vera e leale fra te e coloro che ti aiutano. Non solo per interesse. (Gino Bartali)
- Certamente avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava in me. Ma gli atleti e specialmente i ciclisti cercano sempre di mentire. Negano tutti i dolori e le sofferenze perchè devono finire la gara. E’ uno sport di violenza su se stessi. (Lance Armstrong)
- Le corse finiscono sulla riga bianca. (Roger)
- Si', Dio mi avra' aiutato di sicuro. Pero' a sudare su quella bicicletta c'ero io. (Franco Chioccioli)
- Si', Dio mi avra' aiutato di sicuro. Pero' a sudare su quella bicicletta c'ero io. (Franco Chioccioli)
- Prima di diventare un astro del ciclismo Bottecchia non era nulla. Carrettiere o muratore, il suo destino era la fatica. La fatica dall’alba alla sera accanto alla stanga della bestia, a fianco del carro carico, o la fatica del muratore per ore e ore ritto in piedi contro il riflesso cocente del muro. (Giuseppe Ambrosini)
- Undici anni da professionista e a guardare quello che succede giorno dopo giorno di ciclismo mi sembra di capirci sempre meno. (Marzio Bruseghin)
- La bicicletta è bella per quello che ti può dare. Ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da un’altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo. Ti fa tornare ragazzo. (Davide Cassani)
- Le biciclette sono catalizzatori sociali che attraggono una categoria di gente superiore. (Chip Brown)
- Ho l’impressione che il ciclismo sia un’orchestra con degli ottimi elementi, ma con un pessimo direttore. Ecco perché‚ questo sport è diventato un casino. E degli altri perché non si parla mai? Noi siamo 150 persone in tutto. Dov’è il tennis, dov’è il calcio? (Alexandre Vinokourov)
- L’incontro con la neve in alta quota, l’incontro con le ripide ascese che la Valtellina e la Valchiavenna offrono agli appassionati dello sport ciclistico, rappresenta sempre una cornice tinta di epopea per i corridori ma anche un severo esame per il fisico degli stessi. (Giancarlo Gozzi)
- Vito Taccone veniva dalla campagna e dalla montagna, abitava con contadini e pastori, era stato elettricista e telefonista, conviveva con industriali e carcerati. Brigante o mercante, profeta o anacoreta, anarchico o autarchico, campione o corsaro. Comunque furioso. Sapeva tutto, conosceva tutto, parlava di tutto. Era fuoco: falò, incendio, inferno. Ricevuto da Giovanni XXIII, gli dette del tu: «Caro Papa, per quale corridore fai il tifo?» (Marco Pastonesi)
- La bici è più di uno sport, è un bene sociale. (Pierre Giffard)
- La bici è più di uno sport, è un bene sociale. (Pierre Giffard)
- La struttura morfologica di Coppi, se permettete, sembra un invenzione della natura per completare il modestissimo estro meccanico della bicicletta. (Gianni Brera, “Coppi e il Diavolo”)
- Il momento del rifornimento è quello che più si presta ai tentativi di fuga. Mai lasciarsi sorprendere, dunque, e caso mai approfittare delle distrazioni altrui, senza contare che afferrare al volo la sacchetta dalle mani del suiveur comporta il rischio di cadere o, come minimo, di perdere una buona posizione. E poi sempre in testa al plotone, per evitare di essere travolti da altri corridori o di ricevere fra i raggi le sacchette vuote o di scivolare su di una buccia di banana. (Biagio Cavanna)
- La corsa è corsa, pietà l’è morta. (Federico Gay)
- Il ciclismo è il massimo di possibilità poetica consentita al corpo umano. Una bicicletta può ben valere una biblioteca (Alfredo Oriani)
- Il peggior nemico delle biciclette non sono le automobili, sono i pregiudizi. (Margot Wallström)
- Solo in provincia si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso come il ciclismo. (Gianni Brera)
- Il Giro d’Italia è un viaggio di tre settimane nel quale ogni giorno cambia l’accento delle persone con cui parli, cambiano i sapori del cibo, gli odori della natura, i paesaggi. Tutto ciò si mescola con l’avventura sportiva più faticosa. Chi ha la possibilità di vivere tutto ciò non se ne scorda. (Andrea Berton)
- Il ciclista non è mai solo. Egli è accompagnato dai suoi pensieri, perché ne ha e sono dolci. E’ accompagnato dai suoi ricordi, perché ne ha e li ricorda: non li rimuove. Vede le prospettive, le luci, i rapporti tra loro. Sente gli odori buoni e quelli cattivi, tenta le strade dove il buono aumenta anche lievemente, si ritrova a percorrere per istinto olfattivo i luoghi belli. Capisce in un attimo dove si trova e dove si trova è il mondo vasto e piccolo. Inoltre è pieno di amici e amiche. (Rota Fixa)
- Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia. (Marco Pantani)
- Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia. (Marco Pantani)
- Via a tutta, perché se quello esce dall’ospedale ci viene a prendere ancora tutti. (Renzo Zanazzi dopo la caduta di Coppi al Giro 1950 in cui il Campionissimo si fratturò il bacino)
- Verità e riconciliazione, non c’è altra soluzione per invertire questa tendenza. Io adesso sono nell’occhio del ciclone, ma la questione non riguarda un singolo corridore, nè una squadra o un direttore sportivo, ma l’intero ciclismo. E, a esser franchi, anche tutti gli sport di resistenza. Esporre al pubblico ludibrio un atleta o un team non risolve il problema. Si deve formare una commissione sul doping nel ciclismo e poi procedere a un’amnistia. (Lance Armstrong)
- “La strada era talmente ripida che il lombrichi che l’attraversavano rotolavano a valle”. (Anonimo)
- La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane. (Sergio Zavoli)
- Oggi il ciclismo è certamente cambiato, ha raggiunto una “democratizzazione” molto più evidente: tutti posso vincere, tutti hanno la possibilità di fare la loro corsa, e le spinte, dopo un patto fra galantuomini, sono state definitivamente bandite. (Adriano De Zan)
- Mi è capitato più volte di dirlo. Io tifoso di Coppi, mi sono innamorato di Bartali. Del Bartali, diciamo così, vecchio, che guidava la sua macchina, facendo migliaia di chilometri, e dovunque si fermasse, a Belluno o a Capo Passero, creava un magico convegno. “C’è Bartali, c’è Bartali”. E nella folla non c’erano solo uomini maturi che si erano cibati della sua epopea, ma anche ragazzini che, non so come, lo conoscevano e lo adulavano come si fa con un nonno. Dopo Sandro Pertini non c’è stato un italiano popolare amato come Gino.(Candido Cannavò)
- Per vincere certe corse non bisogna aver paura di perdere. da “Eurosport”
- Non importa come tu pedali, e' sempre in salita e controvento.(Prima Legge del Ciclismo Arthur Bloch)
- È strano; correvo in bici per procurarmi da vivere. Ora voglio soltanto vivere per correre in bici. (Lance Armstrong)
- I giardini di Trieste non hanno più fiori. Le campane di Trieste non hanno più suoni. Le bandiere di Trieste non hanno più palpiti. Le labbra di Trieste non hanno più baci. I fiori, i palpiti, i suoni, i baci sono stati tutti donati al Giro d’Italia. (Bruno Roghi)
- I suoi vantaggi non erano niente. Bisogna aver visto la scioltezza del suo stile, la sua perfezione. Non l’ho visto una sola volta alzarsi sui pedali.(Henry Desgrange parlando di Bottecchia)
- Il ciclismo è la fatica più sporca addosso alla gente più pulita (Giampaolo Ormezzano)
- Dio c’è … ed è pelato (Uno striscione sul Mortirolo)
- Inseguii l’ombra di Coppi per tutte le strade su cui aveva lasciato una traccia, ma trovai solo lapidi… Una volta m’è parso d’intravederla, quell’ombra, dietro un tornante. Sullo Stelvio, l’ultimo giorno del Giro del ‘75, vinto da un omino inatteso che si chiamava anche lui Fausto. Bertoglio difendeva con i denti la sua maglia rosa dallo spagnolo Galdos… Salivano insieme e io, dietro a loro in motocicletta, sussurravo la mia radiocronaca. Torriani aveva raccomandato il silenzio, perché la neve si stava sciogliendo al sole e c’era il rischio di una valanga. Lo Stelvio fece il miracolo e trasformò una passerella di ballerine stanche, le calze a rete sdrucite, in una sfida: per un attimo mi parve d’intravederla dietro un tornante quell’ombra. Per la prima e ultima volta pronunciai la frase di mio padre: “Un uomo solo…”. L’ombra svanì. (Claudio Ferretti)
- La Montagna é solo per pochi. (Marco Pantani)
- Il ciclismo è come l'amore: vince chi fugge. (Ambrogio Morelli)
Elli durante la salita del Ghisallo rallenta di botto si avvicina a M.Lanza gli guarda il contachilometri e gli dice “guarda che quando arriva a zero cadi”.
- Siete degli assassini!(Octave Lapize agli organizzatori del Tour de France dopo la prima tappa pirenaica della storia, 1910)
- Coppi pedalava in testa saltando dal pavè al sentiero laterale nella polvere, nel tumulto, rasando una folla urlante che invocava il suo nome più degli altri. Conservava un’espressione lontana, con i suoi tratti distesi, lo sguardo calmo dietro gli occhiali scuri. Ecco lo stile, quello dell’uomo solo, che al di là del risultato conservava un’attitudine in cui si nascondeva una sorta di imparziale indifferenza. (Serge Groussard, Parigi Roubaix ’52)
- Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient'altro che alla strada che percorri. (Sir Arthur Conan Doyle) scrittore inglese (1859-1930)
- Un giro in bicicletta è una fuga dalla tristezza. (James E. Starrs) da: "The Literary Cyclist"
- ...e poi voglio coricarmi in uno di quei famosi campi di girasoli francesi e spirare tranquillamente, in perfetta contraddizione con la violenta morte prematura che un tempo mi hanno preannunciato. (Lance Armstrong)
- Magni ebbe dalla sua la ventura di non somigliare né a Coppi né a Bartali, e quindi d’essere, per dir così, pari a loro per prestigio e popolarità, ma con una personalità, anche agonistica, che per qualche verso addirittura sopravanzava i suoi due primari rivali. (Sergio Zavoli)
- Lui il vento non lo subisce… lo crea (Un giornalista parlando di Ulrich)
- Dovunque tu vada sarai sempre in salita e controvento. (Prima Legge del Ciclismo ARTHUR BLOCH)
- Correre in mezzo alla gente, alla mia fantastica gente. Ecco perché amo la mia vita. (Ivan Basso)
- Fu allora, sotto la pioggia che veniva giù mescolata alla grandine, che io vidi venire al mondo Coppi. Ne avevo visti di scalatori; avevo visto i muli come Martano e Pesenti, avevo visto il “camoscio” Camusso e la prodigiosa, isterica “pulce dei Pirenei”, Vicente Trueba. Avevo visto Binda, avevo visto Bartali. Ma adesso vedevo qualcosa di nuovo: aquila, rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su per le dure scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi fosse e come chiamarlo. (Orio Vergani)
- Aveva davanti la pietraia infinita, trapunta di piccoli papaveri gialli, preziosi come pepite d’ oro, di raponzoli di roccia blu miniaturizzati dal vento. Una duna infinita di un biancore abbagliante, con le piccole macchie verdi del ginepro nano, dove cerca protezione la Vipera ursinii ursinii. Lì Pantani scattava. Sul cranio le vene scolpite come canali di un deserto lunare. Uno scatto, due scatti, tre scatti… Al decimo scatto frullava via, libero. (Claudio Gregori, Mont Ventoux 2000)
- Santa bicicletta: sempre lei protagonista. da bambini e da grandi, da amatori e da campioni. Non serve farle un monumento. Nel cuore c’è già. (Candido Cannavò)
- Ho sempre lottato per raggiungere l'eccellenza. Una cosa che mi ha insegnato il ciclismo è che se puoi raggiungere qualcosa senza lottare allora non ti soddisferà. (Greg Lemmond)
- I miei figli li ho visti poco. Mi consolo pensando di aver sostituito la presenza con l’esempio. (Gino Bartali)
- I miei figli li ho visti poco. Mi consolo pensando di aver sostituito la presenza con l’esempio. (Gino Bartali)
- Quando uno stacca tutti dalla ruota è uno spettacolo, è questo l’aspetto più bello del ciclismo. (Marco Pantani)
- I corridori ritardatari, anime dannate che Dante si è dimenticato di cantare. (Vasco Pratolini)
- La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano: essa riduce al minimo il contatto con la terra, e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare. (Mauro Parrini, A mani alzate, 2009)
- Corridore: non tollera ombre sulla propria ombra. (Elias Canetti)
- La bicicletta ha un’anima. Se si riesce ad amarla, vi darà emozioni che non dimenticherete mai. (Mario Cipollini)
- Saranno poco romantiche le gambe, ma nel ciclismo contano. (Gianni Mura)
- A Fausto debbo una parte della mia popolarità. Io e te ci si voleva bene. Gli altri ci hanno imposto per anni la parte del cane e del gatto. Te ne sei andato nella tua ultima fuga. Ora capisco quanto ti volevo bene. Ti sei portato via una parte di me: venti anni di battaglie e quanto altro. Mi sento più vecchio. Pace a te, Fausto: che nessuno ha mai chiamato vecchio. (Gino Bartali)
- Andare a vedere il ciclismo è una cosa che se ci pensi non ci credi. Stai sul bordo di una strada, aspetti, aspetti, poi ad un certo punto arrivano, come una ventata colorata, i ciclisti, e ti strisciano negli occhi. Se non sei sullo Stelvio è una faccenda di trenta secondi. Hai il tempo di dire arrivano e già li vedi di schiena…
- Non temere di avanzare lentamente, temi solo di fermarti. (Anonimo)
- La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri – insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi. (Ivan Basso)
- Se uno parte rassegnato va poco lontano, questo è il principio al quale mi sono sempre assoggettato. Sono contento di aver sempre ragionato così, io ho valutato come e dove avrei potuto migliorare, non mi sono mai fermato, ho sempre cercato di avere le carte in regola per vincere, in bici e nella vita. (Fiorenzo Magni)
- Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà. Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio, senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in un treno. La bicicletta siamo ancora noi che vinciamo lo spazio e il tempo. (Alfredo Oriani)
- Le corse si vincono quando si può, raramente quando si vuole. (Fausto Coppi)
- Qualunque strada tu prenda sarà sempre in salita e controvento. (Anonimo)
- No, non mollare bicicletta. Se tu capitolassi, non solo un periodo dello sport, un capitolo del costume umano sarà finito, ma si restringerà ancor più il superstite dominio della illusione, dove trovano respiro i cuori semplici.(Dino Buzzati)
- Nel ’46, Coppi, vince la Milano-Sanremo: pronti via e subito in fuga. A Pavia il suo plotoncino ha 6 minuti di vantaggio; sul Turchino gli sta a ruota solo Teisseire; a Sanremo dà 14 minuti al francese e 18 e mezzo al gruppo con Bartali. Comincia la rivalità tra i due e dalla radio si sente: “Primo classificato Coppi, in attesa del secondo, trasmettiamo musica da ballo.”
- Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona. (Gino Bartali)
- Poche chiacchiere e menare. (Felice Gimondi)
- Per un corridore il momento più esaltante non è quando si taglia il traguardo da vincitori. E’ invece quello della decisione, di quando si decide di scattare, di quando si decide di andare avanti e continuare anche se il traguardo è lontano. (Fausto Coppi)
- La bicicletta è il mezzo di trasporto più civile che l’uomo conosca. Altre forme di trasporto diventano ogni giorno più da incubo. Solo la bicicletta resta pura di cuore. (Iris Murdoch)
- Quando hanno preso la mia bicicletta per passarla dallo scanner gli ho detto di far passare anche me dallo scanner perchè il motore è dentro di me. (Fabian Cancellara)
- Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono. (Jacques Goddet, patron del Tour de France)
- La poesia la vedete voi che guardate, quando sei lì non sai quello che stai facendo, c’è soltanto una salita e tu devi dare il massimo. E’ a vedere da fuori che ci trovi la poesia. Da dentro forse c’è stato uno solo che qualche poesia l’ha fatta veramente, Marco Pantani. In salita era di un altro livello ed era il più amato, andava via come una farfalla. (Danilo Di Luca)
- Fatica e coraggio, salita e discesa: il ciclismo è così. (Davide Cassani)
- “Dopo che per tutta la mattinata non ha piovuto, non appena salirai sulla tua bici, verrà giù una massa d’acqua proporzionale (in metri cubi) ai chilometri che ti eri proposto di fare” (Legge di Murphy)
- La bici incarna il mito dell’uomo libero. (Aligi Sassu)
- Il ciclismo è come la vita, non ci sono formule matematiche quando sei davanti ad un avversario. Si tratta di saper soffrire più di lui, i più grandi campioni hanno sempre fatto la differenza col cuore. (Lance Armstrong)
- Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia. (Marco Pantani)
- Quando la strada sale non ti puoi nascondere. (Eddy Merckx)
- Pantani era uno che entusiasmava anche me, pativo i suoi scatti, mi faceva soffrire da bestia. Pregavo che non partisse perché quando partiva costringeva tutti ad una tripla fatica, ma porco cane era magnifico quando se ne andava. Capisci che ha senso che tutti noi facciamo i ciclisti, che tutti noi ci si scassi sulla strada se poi c’è uno che inventa cose come lui. (Marzio Bruseghin)
- “Un uomo solo al comando… la sua maglia è bianca e celeste… il suo nome è Fausto Coppi”. (Mario Ferretti nella radiocronaca della tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del 1949)
- La bicicletta è l’immagine visibile del vento.(Cesare Angelini)
- Non si smette di pedalare quando si invecchia, si invecchia quando si smette di pedalare. (Anonimo)
- “Merckx era talmente forte che quando tirava, per stargli a ruota dovevamo darci i cambi…” (Francesco Moser)
- La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. (Albert Einstein)
- Il ciclismo a me piace perché non è uno sport qualunque. Nel ciclismo non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno precedente, chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti incita, ti dice che “è finita”, di non mollare. Questo è il ciclismo, per me. (Marco Pantani)